Gennaio 2019
Al classico botto di Capodanno che ha dato inizio a questo 2019, è seguito un gennaio sugli scudi per i mercati quotati che hanno accompagnato i comparti verso una ripresa dopo la flessione di fine anno.
Gennaio apre con il segno positivo il 2019 sotto la spinta dei mercati azionari che, pare, abbiano messo in disparte, almeno per il momento, tutti i timori che hanno originato l’improvvisa flessione di dicembre. C’è da dire che le questioni di carattere geopolitico sul tavolo il mese scorso non hanno trovato una risoluzione che possa considerarsi definitiva, ma i pochi segnali incoraggianti arrivati dai diversi fronti sono stati sufficienti a riportare un barlume di fiducia tra gli operatori con conseguenti performance positive per pressoché tutte le asset class. A beneficiarne sono stati soprattutto i listini dei principali paesi, sia europei sia quelli d’oltre oceano, che hanno iniziato l’anno cancellando i pesanti segni meno registrati a cavallo del periodo natalizio.
La cautela che sta permeando l’atteggiamento dei principali interlocutori politici ha permesso un momento di tranquillità di cui i mercati hanno beneficiato: la fine dello shutdown governativo americano, la possibilità che la FED adotti una politica monetaria più accomodante e i segnali incoraggianti sul lato dei negoziati commerciali USA-CINA hanno attenuato le preoccupazioni degli scorsi mesi su una possibile recessione dell’economia globale. Temi in fase di continua e veloce evoluzione che non devono essere messi in secondo piano nella valutazione dei possibili scenari futuri; il rallentamento delle principali economie europee (tra queste l’Italia, dove i dati sul manifatturiero sono negativi e spingono a una revisione al ribasso del PIL, e la Germania, pesantemente colpita dall’andamento del settore automobilistico) e i sempre più incerti sviluppi sulla Brexit vanno interpretati come un segnale di attenzione per l’evoluzione di breve periodo.
In questo senso la coerenza tra la scelta del comparto d’investimento e l’orizzonte temporale (gli anni mancanti al pensionamento) è centrale per il buon esito del percorso previdenziale di ciascun iscritto.
Vediamo ora l’andamento dei comparti di FonDemain:
DINAMICO: il 2019 si apre con un rendimento positivo a +3,29% (benchmark netto +3,24%) che permette di recuperare totalmente la flessione del mese precedente. La strategia d’investimento del Dinamico ha di fatto contenuto entro certi limiti la volatilità dei rendimenti, un elemento di valore per la linea d’investimento dedicata ai più giovani che iniziano ad approcciare la previdenza complementare.
PRUDENTE: al comparto non riesce il recupero totale già visto per il Dinamico ma è certamente sulla buona strada. Il primo mese dell’anno si chiude con un risultato positivo del +2,27% (benchmark netto +2,09%), attestandosi come uno tra i migliori risultati rilevati tra linee d’investimento assimilabili nel mese di gennaio. Il Prudente è il comparto che meglio si adatta agli iscritti che, pur avendo già molti anni di lavoro maturati, non sono ancora prossimi al traguardo pensionistico.
GARANTITO: continua, anche a gennaio, la tendenza positiva rilevata nei risultati dal comparto nei periodi dello scorso anno e il mese di gennaio si chiude con un +0,41% (benchmark +0,16%). Il miglioramento dello spread tra BTp-Bund ha portato ad una, anche in questo caso parziale, riduzione dei rendimenti dei titoli di stato, evoluzione di cui il comparto ha beneficiato. Il Garantito è la linea di investimento più adatta agli iscritti più vicini al traguardo pensionistico e che, avendo un orizzonte temporale ristretto, possono beneficiare della garanzia nel caso in cui il valore investito registri rendimenti negativi.