Commento ai rendimenti – settembre 2024
Mese di settembre sempre condizionato dall’evoluzione dei dati macroeconomici, con un focus in particolare sulle banche centrali che tagliano i tassi. Il ribasso della FED è di 50 basis points mentre quello della BCE di 25 bps. Attenzione verso il mercato automotive che cede terreno sulla scia dei warning pubblicati da alcune case automobilistiche. Esorbitanti le borse cinesi dopo che Pechino ha annunciato delle misure a sostegno dell’economia nazionale.
Il mese di settembre.
I mercati osservano con attenzione in particolare l’evoluzione macroeconomica degli Stati Uniti: il primo focus riguarda l’andamento del mercato del lavoro, che ad agosto mostra una maggiore debolezza. Gli occupati crescono ma a un ritmo inferiore rispetto alle attese, mentre il tasso di disoccupazione si attesta al 4,2%, in lieve calo rispetto alla lettura precedente (4,3%). La reazione dei mercati è stata sostanzialmente incerta, senza una direzione precisa. Da una parte i dati suggeriscono un potenziale rallentamento dell’economia USA, ma dall’altra possono essere un fattore a favore di un taglio dei tassi nel breve periodo da parte della FED. Fatto peraltro avvenuto nella riunione del 19 settembre, in cui la banca centrale ha optato per una riduzione più drastica dei tassi, con un abbassamento di 50 basis points, portando i tassi nel range 4,75%-5%. Comprensibile la fase di euforia dei mercati, seppur temporanea. Anche l’inflazione ha fornito supporto alle mosse della FED, poiché nel mese di agosto il dato ha mostrato il più piccolo valore da oltre tre anni, pari al 2,5% su base annua, in calo rispetto alla rilevazione di luglio (+2,9%).
Anche i mercati europei hanno mostrato un andamento stabile sulle attese della BCE, che ha a sua volta deciso di tagliare i tassi, abbassandoli di 25 bps e quindi portandoli dal 3,75% al 3,50%. Anche in questo caso l’inflazione in calo e le prospettive di un’ulteriore stabilizzazione della stessa nel corso del 2025 hanno guidato la direzione della BCE. In ogni caso, la banca centrale europea ha indicato che le condizioni di finanziamento restano restrittive e l’evoluzione futura sarà determinata non solo dall’andamento dell’inflazione ma anche da come si muoverà il PIL dell’Eurozona.
Il mercato obbligazionario recupera terreno grazie agli attesi tagli dei tassi, che hanno determinato una riduzione dei rendimenti a scadenza su tutta la curva dei tassi dell’eurozona, portando di conseguenza a un apprezzamento dei bond presenti nei portafogli. Un movimento sostanzialmente analogo lo si rileva anche sui bond USA, che registrano un abbassamento dei rendimenti in particolare sulle scadenze più brevi.
Arranca il settore automobilistico, con un focus su Stellantis che cede terreno dopo il warning di Bmw e Mercedes (e, in precedenza, anche di Volkwagen) sulla debolezza del mercato automotive europeo, che trascina al ribasso l’intero settore. A preoccupare i mercati sono i dati negativi sulle immatricolazioni e sulle vendite di auto elettriche oltre al contesto macroeconomico generale e quello geopolitico (rapporti UE-Cina).
Nei mercati emergenti è invece mirabolante la performance dell’area cinese che, nel giro di pochi giorni, permette ai principali indici di ottenere dei recuperi imponenti, molto più significativi dei pur buoni dati dell’UE e degli USA. Queste due aree chiudono infatti il mese con progressi di circa il 2% mentre le principali piazze finanziarie cinesi archiviano settembre con cifre doppie. Impressionante la performance dell’indice Dow Jones Shenzhen, che in un solo giorno (il 30 settembre) guadagna il 10,95%, mentre sul mese raggiunge la notevole performance del +25,73% (in valuta locale), distaccando Shanghai e Hong Kong che invece recuperano “solo” rispettivamente il 17,39% e il 17,48%.
Il motivo di tale euforia è legato all’intervento di Pechino per risollevare l’economia cinese, rafforzando la politica fiscale e monetaria oltre a continuare a sostenere il settore immobiliare, che è quello che mostra le maggiori difficoltà. Secondo Bloomberg, la banca centrale cinese è disponibile a iniettare fino a 1.000 miliardi di Yuan nelle principali banche statali.
Male invece Tokyo che chiude il mese con una perdita moderata, penalizzata alla fine del mese dall’insediamento del nuovo ministro Ishiba, mal “digerito” dai mercati in quanto favorevole a un inasprimento monetario della Bank of Japan, che spingerebbe in rialzo lo Yen e di conseguenza penalizzerebbe il mercato estero (esportazioni).
Sul fronte maggiormente tecnico, l’ultima parte del mese di settembre ha influito sulla volatilità per effetto del cosiddetto “Giorno delle quattro streghe”, cruciale per il mercato dei derivati in quanto vengono a scadere quattro tipologie di contratti (futures e opzioni su indici azionari, futures e opzioni su singole azioni).
DINAMICO
Continua il buon recupero del comparto, con un risultato positivo anche per il mese di settembre. La performance di settembre risulta pari al +1,38% ed è allineata a quella del benchmark. Da inizio anno migliorano di conseguenza i rendimenti, con un dato del portafoglio pari al +10,32%, mentre il benchmark di riferimento consegue una performance un po’ più elevata (+11,40%).
PRUDENTE
Buono il recupero anche del comparto Prudente, che consegue a settembre una performance vicina a quella del Dinamico, chiudendo il mese con un risultato del +1,33%. Questo dato è supportato anche dalla buona performance della componente obbligazionaria, trainata dal ribasso dei tassi, in particolare nell’area USA.
GARANTITO
Allo stesso modo, anche il comparto Garantito consegue un buon risultato, con una performance mensile del +1,10%, nettamente migliore rispetto al parametro di riferimento (+0,12%). Grazie a questo distacco, anche da inizio anno il comparto genera una performance (+3,38%) significativmante migliore rispetto a quella del TFR lordo (+2,40%).
*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.