Commento ai rendimenti – luglio 2024
Andamento cautamente positivo dei principali mercati, con progressi più significativi nell’area UE e in parte negli USA. Nell’Eurozona incide almeno in parte l’incertezza politica in Francia, dopo il secondo turno delle elezioni che ha determinato un “ribaltamento” della situazione rispetto al primo turno. Crollano i titoli tech dopo i risultati trimestrali deludenti mentre aumentano le tensioni commerciali USA-Cina. Sul fronte macro continuano i segnali di rallentamento dell’economia USA e la previsione di un taglio dei tassi.
Il mese di luglio.
L’inizio del mese ha visto come principale elemento di attenzione nell’Eurozona l’esito inaspettato del secondo turno delle elezioni in Francia, dove la coalizione di sinistra ha ottenuto la maggioranza dei seggi, mentre il Rassemblement National è risultato terzo (era il primo partito al primo turno). Una situazione che i mercati azionari europei hanno letto con incertezza per i timori di una possibile ingovernabilità del Paese, mentre un certo temporaneo supporto è arrivato solamente dalla componente obbligazionaria francese.
Sul fronte macroeconomico, i dati degli Stati Uniti sono risultati deludenti. L’indice ISM (analogo agli indici PMI europei) è risultato in calo sia nel settore manifatturiero sia in quello dei servizi, con dei valori che sono stati inferiori al valore soglia di 50, indicando quindi una fase di contrazione dell’attività economica. Allo stesso modo anche il mercato del lavoro ha iniziato a mostrare qualche segnale di debolezza, ad esempio per quanto riguarda il numero di nuovi posti di lavoro, risultati sopra le attese ma con una significativa flessione rispetto ai mesi precedenti.
Anche sulla base delle evidenze macroeconomiche di cui sopra, il Presidente della Federal Reserve ha fornito una tendenza a potenziali tagli dei tassi nei mesi prossimi, mantenendo però allo stesso momento le dovute cautele. A supportate un taglio dei tassi è anche l’inflazione che con il lieve calo di giugno (-0,1%) sta mostrando una convergenza verso il valore target della FED (+2%). I mercati USA si aspettavano un dato dell’inflazione piuttosto positivo e così Wall Street ha raggiunto un nuovo record storico, grazie anche alla vivacità del mercato dei derivati, dovuto al massiccio acquisto di opzioni sui titoli “Magnificent 7” (Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Nvidia, Meta e Tesla).
Un andamento un po’ più nervoso lo si è rilevato nella seconda metà del mese con un impatto maggiore sul Nasdaq, per effetto della caduta dei titoli tecnologici. La causa è da ricercare nel timore di una prospettiva di un inasprimento delle restrizioni commerciali negli Stati Uniti verso le aziende che permettono alla Cina l’accesso alla tecnologia avanzata dei semiconduttori. Un andamento che ha impattato in parte sull’azionario europeo e in maggiore misura nell’area asiatica, con Tokyo e Taiwan penalizzate dal settore tecnologico.
Un ulteriore appesantimento del Nasdaq si è registrato il 24 luglio, con un calo poderoso dell’indice (-3,64%) trascinato al ribasso dopo i risultati trimestrali deludenti di Tesla e Alphabet. In caduta libera Tesla che ha ceduto l’11,5% “bruciando” in un solo giorno 83 miliardi di dollari di valore di mercato.
In conclusione, il bilancio delle principali piazze finanziarie è risultato contrastato, con moderati ricavi nell’Eurozona, perdite maggiori sugli indici tecnologici USA e cali più significativi in Asia.
DINAMICO
Risultato moderatamente positivo per il comparto, con un progresso mensile del +1,17%, sostanzialmente in linea con quello del benchmark (+1,15%). Su base annua resta invece stabile il divario tra portafoglio (+7,91%) e mercato di riferimento (+8,90%).
PRUDENTE
Moderato progresso anche per il comparto Prudente, che su base mensile chiude luglio con un dato del +1,41%, leggermente superiore a quello del benchmark, pari a +1,33%. Da inizio anno si assiste a un allineamento tra la performance del portafoglio (5,60%) e quella del mercato di riferimento (5,67%).
GARANTITO
Il comparto registra una crescita mensile positiva e pari al +1,24%, decisamente superiore a quella del parametro di riferimento, che nello stesso mese consegue un risultato del +0,45%. Da inizio anno migliora quindi il divario tra rendimento del portafoglio (+1,88%) e quello del TFR (2,15%).
*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.