Commento ai rendimenti – maggio 2024
Buona crescita dei principali mercati grazie al “raffreddamento” dell’inflazione USA. Resta incertezza nell’Eurozona dopo l’aumento inatteso del tasso di inflazione tedesco. Permane elevata l’attesa per le prossime decisioni delle banche centrali.
Il mese di maggio
L’andamento dei mercati nel corso del mese ha avuto una tendenza moderatamente positiva, con rialzi maggiori nell’area USA. Il buon umore dei mercati ha avuto il suo momento migliore intorno alla metà di maggio, quando la pubblicazione del dato dell’inflazione USA di aprile ha mostrato un rallentamento, seppur leggero, rispetto al mese precedente. Su base annua il dato è sceso dal 3,5% al 3,4%. Anche le parole del numero uno della FED, Jerome Powell, hanno fornito un certo supporto ai mercati, definendo i prezzi dell’inflazione “misti” piuttosto che “caldi”, perché i dati precedenti sono stati rivisti al ribasso. Tuttavia, il livello dei prezzi non sembra dare forza nel breve periodo a un cambiamento della politica monetaria USA, che molto probabilmente manterrà fermi i tassi anche nel corso del mese di giugno. Lo stesso Powell ha infatti indicato che “la Banca Centrale americana deve avere maggiori certezze sulla discesa dell’inflazione”. In ogni caso, i mercati hanno dato maggiore peso ai numeri rispetto alle parole e il progresso delle principali piazze finanziarie è stato nel complesso positivo.
Una “doccia fredda” arriva però a fine mese, quando il tasso di inflazione della Germania ha mostrato un incremento rispetto al mese precedente. Sulla base dei dati resi pubblici, l’indice dei prezzi al consumo è infatti salito al 2,8% su base annua rispetto al 2,4% di aprile. Questo ha generato un certo timore su un possibile rallentamento della fase di discesa dei tassi, ritenuta ormai scontata nella UE nel mese di giugno.
Anche negli USA i timori sono aumentati dopo che i tassi decennali dei treasury US hanno superato la soglia del 4,5%. Un record dal 2011, mentre nell’Eurozona, l’incertezza della politica monetaria ha determinato ulteriori aumenti rispetto ad aprile soprattutto sulle scadenze più lunghe della curva dei tassi.
Complessivamente, nonostante un costante livello di incertezza legato ormai da tempo alle dinamiche inflazionistiche e a quelle monetarie, i principali mercati hanno ottenuto buoni progressi. Nell’area UE la crescita è stata variabile, con buoni risultati mensili per Francoforte (3,16%) e Madrid (4,31%), mentre relativamente peggiore è risultata Milano, con una crescita del 2,21% nonostante i buoni risultati trimestrali di alcune società. Sull’indice pesa però anche il ribasso “tecnico” legato allo stacco dei dividendi del 20 maggio.
Più floridi i progressi nell’area USA, dove spicca il Nasdaq che risulta sempre sensibile a variazioni positive anche minime del tasso di inflazione. L’indice chiude infatti il mese con un progresso (in valuta locale) del +6,88%, molto meglio rispetto all’S&P 500 (+4,80%) e al Dow Jones (+2,30%).
In controtendenza invece i mercati cinesi. Anche quest’area ha risentito delle incertezze legate all’inflazione e delle attese di ribasso dei tassi. Inoltre, in Cina hanno pesato alcuni dati macroeconomici contrastanti: da una parte si è assistito infatti a una crescita della produzione industriale, ma nello stesso momento, le vendite al dettaglio hanno deluso le aspettative degli analisti. Pesano anche i dati non convincenti dei prezzi delle case, che hanno subito un nuovo ribasso nonostante gli sforzi del governo per sostenere il settore immobiliare. I risultati delle borse dell’area sono di conseguenza misti. Se da un lato, Hong Kong ha ottenuto un buon progresso (+1,78%) grazie al supporto del settore tecnologico, Shanghai e Shenzhen hanno ceduto rispettivamente il -0,58% e il -2,52%.
DINAMICO
Buono l’andamento del comparto a maggiore prevalenza azionaria. Su base mensile il portafoglio consegue una performance del +1,86%, leggermente inferiore a quella del mercato di riferimento (+1,97%). Da inizio anno migliora il dato, con una performance del comparto pari al +4,70%. Il benchmark di riferimento raggiunge invece il +5,44%
PRUDENTE
Il Portafoglio registra una crescita più moderata rispetto a quella del comparto Dinamico, con un dato da inizio mese del +1,14%, leggermente inferiore rispetto a quello del benchmark (+1,25%). Da inizio anno migliora la performance del portafoglio, con un dato pari al +2,75% e sostanzialmente in linea con il benchmark (+2,71%).
GARANTITO
Leggero recupero del portafoglio, con una performance che si discosta di poco dallo zero (+0,11% su base mensile) e che risulta allineata con l’andamento del parametro di riferimento (+0,13%). Da inizio anno resta una leggerissima performance negativa per quanto riguarda il portafoglio (-0,04%) mentre il parametro di riferimento (il tasso di rivalutazione del TFR) raggiunge il +1,46%.
*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.