Commento ai rendimenti – dicembre 2024
Mercati globali contrastati con aggiustamenti di portafoglio di fine anno. L’inflazione USA di novembre (pubblicata a dicembre) mostra il maggior incremento degli ultimi 7 mesi. La FED taglia i tassi di 25 bps ma delude i mercati sulla maggiore cautela della banca centrale americana. Taglio atteso dei tassi anche da parte della BCE mentre, a sorpresa, la Banca Nazionale Svizzera applica una decurtazione più significativa.
Il mese di dicembre.
I mercati finanziari nel corso del mese, nonostante il periodo delle festività, restano particolarmente attenti all’evoluzione macroeconomica e alle mosse delle banche centrali. Il primo “focus” di attenzione degli investitori è stato il 12 dicembre, quando la BCE ha deciso di ridurre di 25 punti base i tassi di riferimento. Le prospettive sull’evoluzione dell’inflazione sono positive, con una crescita dei prezzi che, secondo la BCE, si colloca in media al +2,4% nel 2024, al +2,1% nel 2025 e in ulteriore lieve calo nel 2026 con un livello del +1,9%. Dal punto di vista della crescita economica, le attese future sono diventate leggermente più negative, con una proiezione del +0,7% nel 2024 e del +1,1% nel 2025.
Composta la reazione dei mercati che dava già per ampiamente scontato il taglio previsto dalla BCE, mentre una certa sorpresa arriva dalla Banca Nazionale Svizzera (BNS) che invece riduce di 50 punti base i tassi, quindi in modo più marcato rispetto all’attesa di una decurtazione di soli 25 punti base. L’inflazione più bassa del previsto (0,7% a novembre) e la crescita economica contenuta e compresa tra l’1% e l’1,5% nel corso del 2025, ha fornito un buon margine di manovra per la banca centrale svizzera. In ogni caso, nonostante il taglio più significativo, la reazione dei mercati è stata in genere composta, mentre maggiore movimento si è rilevato sul lato valutario, con il franco svizzero che ha ceduto in maniera brusca rispetto all’euro.
La decisione della FED, pochi giorni dopo quella della BCE, ha invece generato maggiore turbolenza in particolare nei mercati azionari USA. Non è stato il taglio dei tassi di 25 punti base a sorprendere il mercato, che era ben atteso, ma il cambiamento di prospettiva della FED, che torna a preoccuparsi maggiormente dell’inflazione, dato che le previsioni della banca centrale americana sono state ritoccate al rialzo rispetto ai mesi precedenti: nel 2025 è prevista infatti una crescita del +2,5% rispetto al +2,1% della proiezione di settembre. La crescita dell’economia, sempre secondo la FED, sarà ancora significativa nel 2025 anche se stabile, mentre nello stesso momento, il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere costante intorno al +4,3%, senza determinare particolari pressioni inflazionistiche. Tutte queste considerazioni hanno portato a mantenere una certa cautela nella politica di riduzione dei tassi, con una discesa che, nel 2025, appare ora dimezzata rispetto alle attese precedenti. Questo aspetto, quindi, ha generato parecchia volatilità sui mercati, con perdite significative sulle borse USA e un aumento almeno temporaneo (+11 punti base il 18 dicembre) dei rendimenti dei Treasury a 10 anni, mentre il dollaro ha subito un rafforzamento.
Un’altra preoccupazione in territorio USA ha riguardato anche il rischio di “shutdown”, ovvero del blocco delle attività amministrative del governo fino al raggiungimento di un nuovo piano, varato dal senato USA, effettuato pochi giorni prima di Natale.
Più composto l’azionario dell’Eurozona che invece ha “digerito” le news dall’America con perdite decisamente più moderate, eventualmente supportate anche dai “tradizionali” aggiustamenti di portafoglio che, in genere, vengono effettuati verso la fine dell’anno.
DINAMICO
Comparto Dinamico in calo a dicembre con una performance mensile lorda del -1,04%, lievemente inferiore a quella del benchmark, pari a -0,99%. Il dato complessivo del 2024 risulta in ogni caso molto positivo, con un rendimento del portafoglio da inizio anno pari al +11,67% anche se inferiore al dato del benchmark (+13,40%).
PRUDENTE
Moderato ribasso anche per il comparto Prudente, con un dato lordo di dicembre pari al -0,78%, leggermente inferiore al valore del benchmark (-0,62%). L’anno si conclude però in maniera piuttosto positiva, con un risultato del +9,05% molto simile a quello del benchmark (+9,28%).
GARANTITO
Moderatamente negativo anche l’andamento del comparto Garantito, con un risultato mensile lordo del -0,33%, inferiore al parametro di riferimento che ha ottenuto un dato del +0,13%. In ogni caso l’anno si conclude con una performance positiva pari al +4,15%, decisamente migliore di quella del parametro di riferimento, pari al +2,84%.
*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.