Commento ai rendimenti – febbraio 2024
Proseguono i progressi sui principali mercati azionari nonostante le attese di taglio dei tassi si spostino al mese di giugno. Risultati trimestrali sopra le attese per alcune società. Più incertezza sulla componente obbligazionaria anche per effetto dell’inflazione USA in diminuzione più rallentata rispetto alle attese.
Il mese di febbraio
Il mese è stato piuttosto brillante per i mercati azionari internazionali, in primo luogo trainati al rialzo dalle attese dei risultati trimestrali societari. I risultati positivi del settore bancario italiano hanno portato supporto all’azionario italiano, con Piazza Affari che ha quindi chiuso con un progresso del 5,97% (migliore in Europa) mentre grande attenzione ha ricevuto il colosso tecnologico statunitense Nvidia che, grazie anche ai poderosi dati sui ricavi (+265%), ha generato una certa euforia anche oltre oceano, spingendo al rialzo un po’ tutti gli indici, con un focus comprensibile sull’indice Nasdaq (+6,12% su base mensile) che rappresenta le principali società tecnologiche USA.
In alcuni casi l’andamento positivo dei mercati ha permesso di infrangere alcuni record già nei primi giorni di febbraio: a Wall Street l’indice S&P 500 ha toccato per la prima volta nella storia quota 5.000 mentre la Borsa di Tokyo è risultata ai massimi degli ultimi 34 anni.
Buoni recuperi anche in area cinese, con i dati del settore immobiliare che risultano ancora in ribasso (ad esempio, prezzi di vendita delle case in calo del -0,37%) ma in misura meno significativa rispetto al passato. Le misure messe in atto dal governo cinese, che erano volte alla stabilità finanziaria delle società di real estate, potrebbero iniziare a dare i primi frutti, anche se gli analisti sono pessimisti. Un rischio da non sottovalutare in quanto nel 2020 il real estate incideva per il 29% sul PIL cinese. In ogni caso le borse dell’area asiatica non hanno badato troppo alla situazione debole del settore e hanno dato più peso alle misure attuate dalle autorità. I rialzi sono stati quindi piuttosto positivi, con recuperi anche notevoli per Shanghai (+8,13% in valuta locale) e Shenzhen (+12,11% in valuta locale).
L’inflazione USA, risultata si in calo, ma non come atteso dagli analisti, è stata tutto sommato ben digerita dai mercati azionari. L’aggiornamento di gennaio ha evidenziato un aumento su base annua del 3,1% rispetto al 2,9% atteso. La FED resta comprensibilmente un po’ cauta, con la maggior parte dei membri che vede anche dei rischi nel tagliare i tassi troppo rapidamente senza avere un’inflazione stabile e convergente verso il target.
In Eurozona c’è invece un maggior consenso sul calo dell’inflazione nel corso dell’anno pur con una dovuta cautela da parte della BCE che in ogni caso dovrebbe iniziare a tagliare i tassi, complice i dati macroeconomici più deboli, soprattutto per la Germania che certifica la recessione tecnica con la conferma del PIL del terzo trimestre del 2023 in calo del -0,3%.
Più incerta invece l’evoluzione del comparto obbligazionario, che invece ha risentito in maniera maggiormente negativa delle prospettive di taglio dei tassi rimandate al secondo trimestre dell’anno. La curva dei tassi dell’Eurozona ha infatti subito un leggero ritorno a rendimenti più elevati su tutte le scadenze rispetto alla situazione di fine gennaio. Un movimento analogo lo si è osservato anche sulla curva USA.
L’aumento dei rendimenti ha comportato di conseguenza riduzioni moderate dei prezzi dei bond, determinando di conseguenza perdite moderate sulla componente obbligazionaria.
Andamento simile anche per l’area italiana che però risulta maggiormente supportata dall’ottimo risultato in termini di ordini conseguito dal BTP Valore che ha contribuito almeno in parte a mantenere contenuto lo spread BTP-Bund.
DINAMICO
Piuttosto buono il dato nel comparto a la maggiore componente azionaria, grazie agli ottimi risultati ottenuti da questa asset class. Nel mese di febbraio il portafoglio ottiene un rendimento del +2,12% inferiore però al risultato del benchmark (2,53%).
PRUDENTE
Il portafoglio consegue una performance positiva ma comprensibilmente più contenuta rispetto al comparto Dinamico, con un risultato mensile del +1,11% e leggermente migliore rispetto al benchmark di riferimento che ha invece ottenuto un risultato del +1,02%.
GARANTITO
Il Portafoglio risente maggiormente dell’incertezza sui mercati obbligazionari e dell’effetto del rialzo leggero dei tassi nel corso del mese di febbraio. Il comparto chiude quindi il mese con un moderato ribasso del -0,56%, inferiore rispetto alla variazione mensile del parametro di riferimento (+0,12%).
*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.