Commento ai rendimenti – settembre 2023
Torna l’incertezza sui mercati a causa della percezione di un proseguimento della politica restrittiva da parte delle banche centrali. Trend negativo anche per i timori sulla tenuta delle principali economie mondiali.
Il mese di settembre
C’era un certo ottimismo sulla possibilità di un’inversione di tendenza o, quantomeno, una pausa nelle politiche restrittive da parte delle principali banche centrali. Il dato, inaspettatamente in calo, dell’inflazione del Regno Unito ha fornito supporto ai mercati, nella speranza che almeno la Bank of England possa muoversi in maniera meno restrittiva. Il meeting della FED del 21 settembre ha invece deluso le attese, dato che la Banca centrale USA ha deciso di mantenere inalterati i tassi (nel range 5,25%-5,50%), ma allo stesso momento ha ribadito che la stretta monetaria potrebbe durare più a lungo del previsto (fino a fine 2024), sempre tenendo d’occhio anche l’andamento dei principali dati macroeconomici; dati che non convincono gli investitori, dove a pesare è principalmente la debolezza della Cina e dell’Eurozona, dove incide in particolare la fiacca economia tedesca e la bassa fiducia dei consumatori. In generale c’è quindi un timore di recessione a livello globale.
L’atteggiamento restrittivo della FED ha definitivamente portato le principali piazze finanziarie ad archiviare il mese di settembre in territorio negativo, in un contesto che comunque mostrava già un marcato livello di incertezza. Milano, ad esempio, cede il -2,04% su base mensile, Parigi il -2,48%, mentre perdite più significative si registrano negli USA, dove ad esempio il Nasdaq cede il -5,81% (in valuta locale): l’indice ha risentito ancora una volta della sensibilità dei titoli tecnologi verso le tematiche legate all’inflazione e alle decisioni sui tassi di interesse.
Sul piano macro l’inflazione resta uno dei principali elementi di attenzione da parte dei mercati poiché mostra sì dei ridimensionamenti ma il suo valore risulta ancora troppo elevato, in particolare in confronto ai target delle banche centrali. L’ultima lettura dell’inflazione italiana, relativa al mese di settembre, ha mostrato un lieve incremento su base mensile (+0,2%) mentre a livello annuale l’aumento è pari al 5,4%. L’inflazione di fondo, che esclude le componenti più volatili (beni energetici ed alimentari), registra invece un calo dal 4,8% al 4,6% (su base annua).
Anche in area USA si registra un lieve incremento su base mensile: a settembre il dato del CPI (Consumer Price Index) mostra una risalita dello 0,4%, mentre su base annua il valore si attesta al +3,7%.
DINAMICO
Il comparto è stato condizionato in maniera importante dall’andamento negativo dei principali mercati azionari mondiali. La performance lorda di settembre è infatti al di sotto dello zero con un rendimento mensile del -2,63%, mentre il benchmark di riferimento consegue un risultato del -2,33%. Da inizio anno però complessivamente il risultato è ancora positivo con una performance del +3,53%.
PRUDENTE
Anche il comparto Prudente risente in maniera negativa dell’andamento tutt’altro che brillante dei mercati nel mese di settembre. La performance mensile è pari al -1,70%, leggermente inferiore a quella del mercato di riferimento (-1,62%). Da inizio anno il risultato resta positivo con un rendimento del +3,30%.
GARANTITO
Anche il Comparto Garantito ha conseguito a settembre un rendimento moderatamente negativo, pari al -0,69%, mentre l’obiettivo di rendimento nello stesso periodo è risultato pari al +0,12%. Da inizio anno il portafoglio registra comunque un risultato positivo, con un rendimento da inizio anno pari al +0,85%.
*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.