Commento ai rendimenti – dicembre 2023
Continua la crescita dei principali mercati finanziari, con progressi però più moderati rispetto al rally di novembre. L’inflazione, in alcune aree geografiche mostra ancora segnali di rallentamento. Pesa ancora la debolezza economica cinese.
Il mese di dicembre
I mercati europei e americani proseguono nella tendenza al rialzo dopo i notevoli risultati ottenuti nel corso del mese di novembre. In generale, l’ottimismo degli investitori è motivato dal calo dell’inflazione e dalle aspettative di taglio dei tassi atteso nel corso del 2024. Nell’ultima riunione del 2023, la FED ha mantenuto fermi i tassi di riferimento e ha ventilato la possibilità di decurtazioni future, anche se ha tuttavia “messo in guardia” gli investitori poiché l’inflazione USA non è ancora su livelli ottimali. Allo stesso modo, la BCE ha mantenuto gli attuali livelli dei tassi, indicando che, secondo le previsioni, l’inflazione nell’Eurozona mostrerà un graduale ridimensionamento nel corso del 2024. La reazione delle principali piazze finanziarie europee e americane è quindi stata generalmente positiva. A titolo di esempio, la Borsa di Milano ha guadagnato nel mese il 2,07% mentre l’indice Dow Jones è progredito del 4,84% (dato in valuta locale).
Complessivamente l’anno per i mercati azionari è risultato molto positivo. Ad esempio, l’indice MSCI World in dollari USA, che rappresenta l’andamento delle principali società dei mercati sviluppati, ha conseguito nel 2023 un risultato pari al +23,79%.
In controtendenza invece l’area cinese, che risente in maniera negativa della debolezza economica del gigante asiatico. Su base mensile Shanghai cede il -1,81%. Ma su base annua i dati sono ancora più negativi, in particolare per Hong Kong che perde il 13,8%, anche a causa dei massici deflussi di capitali da parte dei gestori esteri. Anche il Presidente Xi Jinping ha ammesso un 2023 non facile, prospettando maggiori aiuti all’economia e all’occupazione giovanile.
Anche sui mercati obbligazionari i risultati sono stati piuttosto soddisfacenti, con progressi anche significativi sia per la componente investment grade, sia per quella high yield. A dicembre la crescita di tali mercati è stata superiore al 3%. I tassi che ora hanno raggiunto livelli molto significativi rappresentano un investimento molto interessante, anche per quanto riguarda le scadenze più brevi.
Se si osserva ad esempio la curva dei tassi dell’Eurozona, alla fine di dicembre si registra un calo dei rendimenti, soprattutto per quanto riguarda le scadenze più lunghe, mentre è ancora marcata l’inversione della curva (tassi di rendimento più alti nelle scadenze brevi e più bassi in quelle lunghe), che tradizionalmente si associa a una dinamica recessiva.
Per quanto riguarda l’inflazione, i dati di dicembre mostrano in Italia un ulteriore ridimensionamento rispetto a quanto rilevato a novembre. Il dato su base mensile è pari allo 0,2%, mentre su base annua l’indice dei prezzi al consumo si attesta allo 0,6%. Il rallentamento è dato dall’ulteriore “raffreddamento” dei prezzi dei beni energetici rispetto al mese precedente. Anche l’inflazione di fondo, che esclude questa componente, mostra un calo dal 3,6% al 3,1% su base annua. Negli USA non si assiste più ad una decisa tendenza al ribasso ma piuttosto a un assestamento su livelli di poco superiori al 3% annuo. L’ultima lettura dell’US Bureau of Labor Statistics mostra infatti una crescita dell’indice dei prezzi (Consumer Price Index) dello 0,3% su base mensile e del 3,4% su base annua.
L’inflazione potrebbe però subire un rimbalzo sulla scia degli eventi geopolitici in Medio Oriente. L’instabilità nel Mar Rosso che determina il cambio di rotte commerciali (molto più lunghe) verso l’Europa potrebbe far innalzare nuovamente i prezzi al consumo. Una conseguenza che si è già riflessa in parte sul prezzo del petrolio, con il Brent che, a tratti, ha toccato quota 80$/barile verso la fine di dicembre.
DINAMICO
Performance decisamente positiva per il mese di dicembre, con un dato del +3,03% leggermente inferiore a quello del benchmark (+3,35%). Da inizio anno il rendimento del portafoglio risulta pari al +10,60%, inferiore a quello del mercato di riferimento (+12,45%).
PRUDENTE
Molto buona la performance mensile, pari al +3,02% e in linea con quella del benchmark (+3,04%). Il 2023 si conclude con un risultato del +9,47%, leggermente inferiore a quello del mercato di riferimento (+9,67%).
GARANTITO
Il comparto consegue nel mese di dicembre il miglior risultato, con un rendimento mensile pari al +1,71%, nettamente superiore al parametro di riferimento (+0,24%). Da inizio anno il rendimento risulta piuttosto positivo, con un valore del +4,56%, superando nettamente il TFR lordo.
*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.