Commento ai rendimenti – Settembre 2022
Proseguono i timori legati al rischio di recessione economica e all’inflazione sempre elevata e sopra le attese. Resta alta l’incertezza sui mercati, che chiudono il mese in gran parte in territorio negativo. La FED alza i tassi di 75 bps.
A parte una fase iniziale di buoni progressi, soprattutto per le società tecnologiche ed energetiche, i mercati finanziari hanno bruscamente virato al ribasso nel momento in cui è stato pubblicato, il 13 settembre, il dato dell’inflazione USA. La crescita dei prezzi non ha subito particolari cambiamenti rispetto al mese precedente, ma ha sorpreso il mercato, poiché il dato è risultato superiore alle attese. Questo ha generato un’ondata di vendite sul comparto azionario, in particolare sui titoli tecnologici (di cui è ricco, ad esempio, l’indice Nasdaq) per i timori che l’inflazione troppo alta possa generare una fase di rialzo dei tassi più aggressiva del previsto. In ogni caso, pochi giorni dopo, un aumento dei tassi di riferimento di 75 bps è stato effettivamente applicato dalla FED. Il risultato complessivo del mese è dunque negativo: l’indice Nasdaq Composite, particolarmente penalizzato, ha ceduto da inizio mese il -10,5% (in valuta locale), mentre l’indice S&P 500 ha registrato il -9,34%.
In Eurozona invece, il sentiment è stato relativamente migliore, grazie al fatto che si è iniziato a ipotizzare un tetto al prezzo del gas e che si è assistito ad alcune vittorie militari ucraine. In ogni caso, anche in quest’area ha prevalso il nervosismo e le notizie dell’inflazione giunte dagli USA hanno condizionato l’andamento dei mercati azionari, con un aumento della volatilità. La borsa di Milano chiude il mese con una performance del -4,22% mentre l’indice Euro Stoxx 50 con -5,66%.
Sentiment negativo anche in area asiatica, dove una delle peggiori risulta essere la borsa di Hong Kong, con un rendimento da inizio mese del -13,69%. Il dato così negativo è giustificato dal fatto che Hong Kong risente in maniera particolarmente negativa dell’inflazione USA, poiché nell’indice sono presenti molti titoli tecnologici. Inoltre, in Cina si teme anche l’applicazione di nuove sanzioni da parte degli USA al fine di scoraggiare un’ipotetica invasione di Taiwan.
Anche sul comparto obbligazionario, il mese di settembre non è stato confortante. Un ulteriore incremento dei tassi di 75 bps. ha messo in luce che la politica restrittiva della BCE non si fermerà davanti alle dinamiche recessive che colpiranno l’economia reale. I tassi di riferimento salgono quindi all’1,25% mentre quello sui depositi all’1,50%.
Il tasso di rendimento del Btp a 10 anni cresce a settembre raggiungendo il +4,51%, con prospettive di ulteriori rialzi a causa della crescita dei prezzi al consumo nell’eurozona. Resta stabile lo spread Btp-Bund. In ogni caso, anche i mercati obbligazionari subiscono, da inizio anno, perdite considerevoli: ad esempio il comparto dell’Eurozona cede da inizio anno il -16,2%, quello USA il -16,7% (in valuta locale).
Anche lato FED si hanno decisioni al rialzo dei tassi, con l’ultima mossa che ha visto incrementare di 75 bps i tassi di interesse. Seppur la crescita dell’inflazione in USA mostri qualche timido segnale di rallentamento, le dichiarazioni pubbliche dei governatori lasciano intendere che non sarà l’ultimo rialzo dell’anno.
Sul lato macroeconomico, come accennato, il tanto atteso dato dell’inflazione USA attesta una crescita dell’8,3% su base annua. Il lieve ribasso registrato rispetto alla fine di luglio è condizionato in gran parte dalla discesa dei prezzi dei beni energetici che, secondo l’US Bureau of Labor Statistics, hanno subito un calo mensile del 5%. Anche l’indice dei prezzi alla produzione, che invece stima l’andamento dell’inflazione nelle prime fasi di realizzazione dei prodotti, suggerisce un andamento simile, con dei leggeri ridimensionamenti dei prezzi soprattutto per quanto riguarda i beni energetici. Un contesto che ha spaventato i mercati, i quali temono una FED più aggressiva nella sua politica monetaria. Lo stesso Biden ha provato a “placare” le borse, affermando che i prezzi sono rimasti sostanzialmente invariati negli ultimi due mesi e che i salari reali sono aumentati di nuovo per il secondo mese consecutivo, ma ciò non è bastato. Vedremo nei prossimi mesi se l’inflation reduction act da poco approvato inizierà ad avere effetti significativi sull’inflazione. Intanto, un qualche contenimento dei prezzi lo si vede invece in Cina, dove ad agosto i prezzi al consumo sono aumentati a un ritmo più lento del previsto. L’indice dei prezzi al consumo (CPI) del gigante asiatico è cresciuto infatti del 2,5% su base annua, in calo rispetto al 2,7% di luglio. Il dato riflette almeno in parte la debolezza della domanda interna condizionata anche dalla politica “zero covid” che ha determinato rallentamenti nell’attività economica del paese. Pesa anche la situazione non rosea del settore immobiliare cinese, che sta affrontando un periodo particolarmente difficile. Dopo la crisi di Evergrande nel 2021, si è assistito a un drastico calo delle vendite di immobili (-40%) con una conseguente diminuzione dei prezzi. E ora Counry Garden, la più grande società di sviluppo immobiliare cinese, ha registrato un calo degli utili del 96% nel primo semestre dell’anno.
Il mese di settembre
Relativamente alle gestioni del Fondo Pensione FONDEMAIN, l’andamento al rialzo dei mercati finanziari si riflette anche nei risultati ottenuti dai tre comparti:
DINAMICO. Il comparto accusa in maniera significativa il calo delle quotazioni dei principali mercati azionari mondiali. Ne consegue che la perdita su base mensile è particolarmente significativa e pari al -5,60%, solo leggermente inferiore a quella del benchmark (-5,41%). Il rendimento da inizio anno scende ulteriormente toccando il -15,83%, con un excess return del -1,06%.
PRUDENTE. La performance del comparto è anch’essa negativa, con un dato da inizio mese pari al -4,50%, anche in questo caso leggermente al di sotto del risultato del benchmark (-4,32%). Da inizio anno il Comparto cede il -13,82% con un excess return del -0,85%.
GARANTITO. Anche nel mese di settembre si assiste a un trend che è sostanzialmente simile a quello di agosto. La performance mensile è pari al -0,25% mentre il parametro di riferimento cresce ancora ma in misura più lieve rispetto al mese precedente. Da inizio anno la performance del comparto scende quindi a -1,04% mentre il benchmark raggiunge il 6,06%.
*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.