Commento ai rendimenti – Aprile 2022
Guerra in Ucraina: continuano i combattimenti nell’est e nel sud del Paese. La prosecuzione della guerra spinge l’UE a varare nuove sanzioni. Intanto nell’Eurozona l’inflazione corre toccando i livelli massimi degli ultimi 30 anni. Sempre più vicina una stretta monetaria.
Il mese di aprile
Un altro mese di grandi incertezze. La guerra in Ucraina non accenna a fermarsi e, dopo la scoperta delle stragi di civili da parte dei militari russi in alcune zone del paese (ad esempio Bucha), anche le trattative tra le due parti sembrano giunte a una situazione di stallo, senza prospettive di risoluzione nel breve periodo. A tutto ciò si aggiunge una crescente inflazione che, nell’Eurozona e negli Stati Uniti, raggiunge nuovi livelli massimi. Ciò genera preoccupazione tra i traders, che temono una stretta monetaria più importante e più tempestiva del previsto, in particolare negli USA, dove la crescita dei prezzi è ai livelli massimi del periodo. Ad essere maggiormente penalizzati sono i titoli tecnologici e, di conseguenza, l’indice che riporta la performance più negativa è il Nasdaq che è particolarmente ricco di questi titoli; tale indice, infatti, ha chiuso il mese di aprile in maniera pesantemente negativa con una perdita di circa il 13% in valuta locale. I titoli tecnologici hanno sofferto anche per i dati trimestrali e le aspettative future non particolarmente positive. L’inflazione ha, poi, penalizzato maggiormente le società che sono in una fase iniziale di espansione del proprio business e che, quindi, necessitano di maggiori flussi di capitale. Denaro che, con una stretta monetaria importante, potrebbe venire a costare molto.
Sempre incerta anche la situazione in area asiatica dove proseguono i lockdown in alcune città di importanza cruciale (ad esempio Shanghai). Le borse cinesi non reagiscono bene e chiudono il mese di aprile con perdite significative, dato che l’evoluzione della situazione sanitaria può influire sulla crescita economica nel breve periodo, oltre a peggiorare la già precaria catena di forniture (supply chain), con impatti in particolare sull’Eurozona e sugli USA per quei settori che sono dipendenti dall’attività cinese (ad esempio, il settore dei semiconduttori, cruciale per la produzione di svariati prodotti, dai computers alle automobili).
L’Eurozona limita un po’ le perdite, più attenta all’evoluzione della guerra in Ucraina e alle sanzioni economiche alla Russia. Un peggioramento delle condizioni macroeconomiche nell’area però lo si può osservare in Germania, maggiormente dipendente verso la Russia dal punto di vista energetico. Tuttavia, al momento si tratta solo di un ridimensionamento della fase di crescita economica già iniziata nel 2021, dopo le fasi più critiche della pandemia. Le attese degli investitori sono, come negli USA, di una stretta monetaria per far fronte, almeno in parte, alla crescente inflazione. La BCE ha annunciato che gli acquisti di titoli termineranno tra luglio e settembre del 2022, dopodiché ci sarà spazio per un aumento dei tassi. Incremento che, comunque, si è già verificato almeno in parte nei principali asset obbligazionari negli USA e nell’Eurozona.
Relativamente alle gestioni del Fondo Pensione FONDEMAIN, l’andamento al ribasso dei mercati finanziari si riflette anche nei risultati ottenuti dai tre comparti:
DINAMICO. Il comparto registra una flessione del -7,90% da inizio anno, che risulta inferiore a quella del benchmark del comparto (-7,64%). Su base mensile si registrano significative perdite (-3,62%) in linea con i trend al ribasso rilevati sui mercati di riferimento. Il maggior contributo negativo si concentra nella componente azionaria e, soprattutto, in quella collegata al Nord America.
PRUDENTE. Da inizio anno si registra una perdita del -7,01% pressoché in linea con l’andamento del benchmark del comparto. Nel mese di aprile la gestione complessiva registra performance negative (-2,96%), posizionandosi al di sotto dei mercati rappresentativi (excess return: -0,16%). Sia la componente azionaria sia quella obbligazionaria segnano dei rendimenti negativi. Il maggior contributo ai rendimenti negativi è stato determinato dai titoli corporate HY e dei paesi emergenti.
GARANTITO. Nel mese di aprile la gestione registra un’ulteriore flessione (-0,06%) cedendo altri 17 bps rispetto al parametro di riferimento. Le perdite da inizio anno ammontano al -0,35%, discostandosi significativamente dal tasso di crescita del TFR spinto dalle dinamiche inflattive (+3,10%). Il maggior contributo negativo alle performance proviene dai titoli governativi dei paesi periferici dell’Eurozona.
*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.