Commento ai rendimenti – Febbraio 2022.
Guerra in Ucraina e inflazione. Le tensioni geopolitiche con la Russia culminano con l’aggressione militare di Mosca. I mercati reagiscono male mentre i prezzi delle materie prime volano.
Il mese di febbraio.
Il mese di febbraio è stato pesantemente condizionato in maniera negativa a partire dal 24 febbraio: data dell’inizio dell’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina. Malgrado le tensioni geopolitiche tra questi due paesi fossero già elevate nei mesi precedenti, lo scenario della guerra ha colto di sorpresa un po’ tutti. I mercati finanziari hanno, quindi, reagito in maniera comprensibilmente negativa e la maggior parte delle borse europee ha chiuso il mese con perdite importanti. Milano, ad esempio, ha archiviato febbraio con una performance del -5,21% mentre Francoforte ha chiuso addirittura a -6,53%, penalizzata anche dalla maggiore esposizione nei confronti della Russia nel contesto del progetto del gasdotto Nord Stream 2. La reazione è stata invece più composta per le borse USA che comunque hanno accumulato perdite comprese tra il -3,14% dell’indice S&P 500 e il -4,64% del Nasdaq. Nell’area asiatica, invece l’intervento della PBOC, che ha comportato un’iniezione di denaro di quasi 50 miliardi di dollari, ha sostenuto l’area stessa con le eccezioni delle H shares e di Taiwan.
L’inizio del conflitto russo-ucraino ha determinato effetti anche sulla componente obbligazionaria. Dopo il 24 di febbraio gli investitori si sono decisamente orientati sui titoli governativi e, in particolare, sui treasuries statunitensi ritenuti più sicuri. L’andamento dell’obbligazionario, tuttavia, soprattutto se valutato rispetto all’inizio dell’anno, permane ancora negativo in previsione di una stretta monetaria legata alla crescente inflazione, esaltata anche dalle conseguenze che la guerra induce sui prezzi delle merci, in particolare quelle agricole ed energetiche. In tale ambito, il petrolio e il gas rappresentano due esempi di commodities che hanno subito immediatamente un forte rincaro, con l’oro nero che ha superato abbondantemente la soglia dei 100$/ barile.
Gli effetti sull’economia russa e su quella dell’Eurozona sono quindi difficili da quantificare: da una parte il miglioramento della situazione sanitaria causata dalla pandemia stava generando un certo ottimismo e aspettative di forte crescita globale nel 2022, dall’altra la guerra peggiora gli scenari di ripresa e genera incertezza sulla crescita economica globale. In particolare l’inflazione, che si colloca già su livelli elevati a causa del rallentamento delle catene di forniture (supply chain), rischia di crescere ulteriormente a causa dell’aumento dei prezzi dei beni agricoli ed energetici e impatta in maniera negativa sulle imprese e sui consumatori nonché, come conseguenza finale, sulla crescita economica.
Relativamente alle gestioni del Fondo Pensione FONDEMAIN, l’andamento al ribasso dei mercati finanziari si riflette anche sui risultati ottenuti dai tre comparti:
DINAMICO: il comparto registra una flessione del -4,71% da inizio anno, che risulta leggermente superiore rispetto a quella del mercato di riferimento (-4,59%). Penalizzato in particolare il comparto azionario dell’eurozona e statunitense.
PRUDENTE: il comparto, da inizio anno, risulta in calo del -3,82%, sostanzialmente allineato al mercato di riferimento (-3,74%). Contribuiscono alla perdita negativa, quasi in egual misura, sia la componente obbligazionaria sia quella azionaria.
GARANTITO: il comparto cede il -0,28% da inizio anno, mentre il parametro di riferimento si colloca su una performance del +1,30%. Le perdite maggiori si registrano sulla componente obbligazionaria governativa e su quella corporate relativa al settore bancario.
*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.