Gennaio 2022

Commento ai rendimenti – Gennaio 2022
Variante Omicron del virus, inflazione da record, tensioni geopolitiche ed elezioni locali. Nulla è mancato affinché i mercati finanziari iniziassero l’anno 2022 annaspando su molteplici fronti in uno scenario dominato dell’incertezza. Nessun investimento è risultato al sicuro: i mercati azionari e quelli obbligazionari, a dispetto di qualsiasi strategia di diversificazione dei rischi, volgono in territorio negativo. Il ridimensionamento delle quotazioni offre, tuttavia, non poche opportunità di investimento.

Il mese di Gennaio

Spenti i fuochi d’artificio per le performance strepitose del 2021, i mercati finanziari si trovano ad affrontare delle congiunture assai avverse. Il divulgarsi della variante Omicron, seppur non abbia  creato impatti durevoli sul ciclo economico, tiene in tensione gli investitori nelle prime settimane dell’anno. Contestualmente torna protagonista ancora una volta l’inflazione, che negli Stati Uniti ha toccato un nuovo massimo (7% su base annua); non succedeva dal giugno del 1982. Anche «depurando» il dato dalla componente relativa ai beni alimentari e alle fonti energetiche (la cosiddetta inflazione core), la crescita annua è comunque significativa e pari al 5,5%. L’Eurozona mette a segno un tasso di inflazione del 5%, un record assoluto. Non è da meno neanche l’Inghilterra attestando il livello di inflazione più alto degli ultimi trenta anni (5,4%). Gli investitori, in attesa degli interventi da parte delle banche centrali, riposizionano i portafogli contribuendo a loro volta alla crescita dei livelli della volatilità sui mercati. La situazione sui mercati diventa sempre più turbolenta e basta poco per innescare reazioni a catena. Giungono notizie negative sul rallentamento della situazione economica in Cina, catalizzatore ormai della bilancia commerciale dei paesi asiatici nonché di quelli dell’Eurozona. Si divulga la percezione di una contrazione delle attività economiche su scala globale, anche se i dati pubblicati in relazione alle attività manifatturiere continuano a evidenziare valori riconducibili a delle dinamiche espansive. Nella seconda metà di gennaio diventa chiaro che anche la contrapposizione tra gli Stati Uniti e la Russia, a causa della minaccia di aggressione militare da parte di quest’ultima contro l’Ucraina, ha un suo impatto negativo sull’andamento dei mercati azionari e sulla valutazione delle prospettive della crescita economica. Come se non bastasse, i listini italiani hanno vissuto ulteriori turbolenze dovute alle elezioni del Presidente della Repubblica. Turbolenze che si sono trasformate in significative overperformance dei titoli italiani dopo che si è delineata la strada di un secondo mandato di Sergio Mattarella.

Per quanto riguarda i titoli azionari, come sempre in concomitanza con il rialzo dei tassi di rendimento, le maggiori sofferenze sono stati registrate sui settori innovativi come quello delle tecnologie e dell’informatica, mentre hanno registrato un andamento positivo le società appartenenti ai settori ciclici: quelli dei beni alimentari, nonché dei settori sanitario, farmaceutico e dell’energia. Complessivamente i rendimenti da inizio anno sono decisamente negativi: il dato globale espresso in valuta locale (senza l’impatto dei tassi di cambio) evidenza una perdita del -4,98%.

Come si può intuire anche i mercati obbligazionari sono stati travolti dagli elementi destabilizzanti e dall’eminenza dell’incremento dei tassi di rifinanziamento da parte della Fed, che influisce su tutto il mondo finanziario senza distinzione di appartenenza geografica. Nel mese di gennaio il comparto governativo Euro consolida una perdita pari al -1,1%, mentre i titoli governativi statunitensi cedono il -1,7%.

Relativamente alle gestioni del Fondo Pensione FONDEMAIN, l’andamento al ribasso dei mercati finanziari si riflette anche sui risultati ottenuti dai tre comparti:

DINAMICO. Il comparto registra una flessione del -2,84% di poco inferiore alle perdite subite dai mercati rappresentativi (excess return: -0,11%). Tra le peggiori performance del portafoglio si distinguono gli investimenti dedicati al mercato azionario nordamericano.

PRUDENTE.  Il comparto registra un andamento mensile negativo (-1,87%), distanziandosi in positivo dal benchmark del comparto (excess return: +0,18%). Il maggior contributo negativo alle performance è riconducibile ai titoli azionari del portafoglio, ad eccezione dei titoli del settore finanziario e di quello energetico.

GARANTITO. Il comparto cede il -0,15% nel mese di gennaio, nonostante le strategie difensive del gestore. Il contributo della componente obbligazionaria risulta più contenuto rispetto a quello della componente azionaria. A livello settoriale solo i titoli del settore bancario e di quello energetico registrano performance positive.

*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.