Settembre 2021
Commento ai rendimenti - Settembre 2021
Nel mese di settembre l’incertezza sui mercati ha regnato sovrana determinando l’aumento dei livelli di volatilità delle quotazioni. Il nervosismo degli investitori è stato alimentato dalla difficoltà di interpretazione dei continui aumenti dei prezzi al consumo, dai segni di rallentamento della ripresa economica e dall’insorgere di sempre più vaste distorsioni nella catena produttiva. I tassi di rendimento sui titoli obbligazionari registrano una crescita senza sosta realizzando un incremento medio di circa il 30%, portando di conseguenza alla svalutazione dei patrimoni investiti in titoli obbligazionari.
Il mese di Settembre
Le prime incertezze si sono registrate a seguito dell’affermarsi, nel mese di agosto, di un quadro macroeconomico positivo. L’andamento delle rilevazioni statistiche suggeriva una possibile variazione nelle politiche espansive delle autorità monetarie, determinando il cambiamento degli equilibri post-pandemici. I flussi finanziari, infatti, hanno iniziato a spostarsi dai mercati obbligazionari, in previsione delle ripercussioni attese dall’aumento dei tassi di rendimento. Non è stato, tuttavia, proficuo neanche il posizionamento sugli asset azionari. L’espandersi delle problematiche di interruzione delle catene di produzione, dal settore manifatturiero fino a raggiungere quello del terziario, ha consolidato la percezione che le conseguenze negative della pandemia COVID-19 sono ancora fortemente presenti nell’economia globale e non sembrano esaurirsi con la divulgazione del vaccino. La ridotta capacità di trasporto merci rispetto alla crescente domanda insieme all’aumento dei prezzi delle materie prime, portano infatti a temere un’impennata dei prezzi al dettaglio. Tra le commodities, non sono solo i beni energetici ad essere sotto pressione ma anche altre materie prime come i metalli: ad esempio l’alluminio da inizio anno registra un aumento del prezzo (dei contratti su consegne future) di oltre il 45%, il rame del 16% e il nichel dell’8%.
Conseguentemente nessun mercato è cresciuto. Le borse statunitensi hanno ceduto su base mensile il 4,7% e quelli dell’Eurozona il 3,2%. I mercati obbligazionari hanno amplificato le perdite del -1,2% per quanto riguarda i titoli governativi Euro e del -1,1% per i titoli governativi USA. I titoli di stato italiani registrano una flessione più contenuta della media dell’Unione Monetaria fermandosi al -0,8%.
Il ritorno della volatilità rimane, tuttavia, la novità principale nell’andamento dei mercati nel mese di settembre, in quanto tutti gli indicatori rappresentativi evidenziano un aumento dei valori esplicitando il clima di incertezza in cui operano gli investitori. Non ha aiutato a contenere le preoccupazioni neanche il caso di Evergrande, colosso immobiliare cinese fortemente indebitato, che rischia di non riuscire a fare fronte ai prossimi pagamenti in favore dei propri creditori. Un’eventuale conferma dello stato di insolvenza di Evergrande ha alimentato talune ipotesi di un effetto contagio verso altri operatori e le banche cinesi.
Le autorità monetarie sono scese di nuovo in campo confermando il sostegno ai mercati finanziari, dichiarando il carattere non strutturale delle dinamiche inflazionistiche. Nonostante ciò, i mercati continuano a prezzare una prossima revisione delle politiche espansive attuate dalla Fed e dalla Banca Centrale Europea assumendo posizioni difensive in attesa di ulteriori correzioni al ribasso dei mercati.
Relativamente alle gestioni del Fondo Pensione FONDEMAIN, l’andamento negativo dei mercati finanziari si riflette anche nei risultai ottenuti dai tre comparti:
DINAMICO. La gestione complessiva del comparto registra il primo rendimento mensile negativo in 8 mesi (-1,96%). La crescita da inizio anno scende al 6,74%. Le perdite registrate risultano più contenute di quelle del benchmark, pertanto il confronto con questo risulta ancora positivo (+0,42%). Entrambi le componenti del portafoglio finanziario, azionaria e obbligazionaria, contribuiscono negativamente alle performance.
PRUDENTE. Il comparto Prudente registra delle perdite meno significative dei mercati di riferimento (-1,12%). Il rendimento da inizio anno subisce un ridimensionamento al +3,87%. Le flessioni che si verificano sono riconducibili sia ai titoli di debito sia a quelli di capitale. Risultano particolarmente colpite le posizioni in titoli azionari del Nord America e quelli in titoli obbligazionari dei paesi emergenti.
GARANTITO. Anche la gestione del comparto Garantito segna una battuta di arresto, consolidando una perdita su base mensile del -0,13% e registrando un andamento opposto a quello del tasso di crescita del TFR (+0,12%). Al contrario dei mesi precedenti, i titoli azionari si uniscono a quelli obbligazionari segnando performance negative.
*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.