Ottobre 2020
Commento ai rendimenti ottobre 2020
A pochi passi dalla fine di questa particolarissima annata, i mercati scendono bruscamente, ma a novembre - grazie alle notizie positive sui vaccini - si preannuncia il rimbalzo. L’auspicata risalita stride tuttavia rispetto ai “numeri” dell’economia reale, dove la crescita manca (a parte quella del debito pubblico e… del risparmio privato).
I mesi trascorsi durante questo 2020 ci hanno sicuramente impartito un importante insegnamento, ovvero che mondi apparentemente lontani sono nella realtà strettamente interconnessi: pensiamo al legame fra sanità e finanza, fra finanza e ambiente e osserviamo come tutti questi elementi influiscano nelle relazioni (professionali, sociali, ecc.) fra le persone.
La pandemia ci ha anche catapultati in una condizione di incertezza persistente nella quale i principali attori internazionali, le banche centrali e i governi, si dicono pronti ad adeguare i propri strumenti con grande flessibilità. In tutto il mondo si parla di sostegni e di sussidi. In Europa è l’ora del recovery fund e del MES, in Italia sono stati introdotti i cd. “ristori”. Chi pagherà poi tutto ciò? Si rinvia il problema… ma intanto il debito cresce.
Il tutto permeato da un senso di instabilità e di incertezza che annichilisce, con impatti talvolta anche sui mercati finanziari: nelle ultime settimane di ottobre abbiamo infatti assistito a un brusco ribasso delle borse, soprattutto di quelle europee, penalizzate dalla seconda ondata pandemica.
Nel frattempo, la riduzione dei consumi fa crescere la propensione al risparmio degli italiani che, preso atto della difficoltà di ottenere rendimenti significativi attraverso l’investimento “free risk”, si orientano talvolta ai fondi pensione per beneficiare del risparmio fiscale.
Uno scenario complicato nel quale, tenuto conto di quanto stiamo vivendo ormai da febbraio, i risultati di FONDEMAIN ci appaiono, considerando tutto, interessanti.
DINAMICO. I gestori contengono la flessione delle ultime settimane, chiudendo il mese a -0,85%. La performance da inizio anno si attesta a +1,21% (benchmark +1,02%), grazie al cospicuo recupero (+8,9%) realizzato da fine marzo. Il rimbalzo della prima settimana di novembre lascia tuttavia ben sperare: ci si attende un risultato più rotondo che, tenendo conto dell’andamento dell’economia, potrebbe risultare decisamente appagante.
PRUDENTE. Il comparto contiene l’impatto della “settimana nera” di fine ottobre. -0,34% il risultato nel mese, grazie alla basa esposizione agli investimenti azionari (25% del portafoglio). Il rendimento da inizio anno pari a +1,47% (benchmark +0,81%) è superiore persino a quello del Dinamico. Nonostante l’anno incerto caratterizzato da un’alta volatilità, i gestori del Prudente stanno realizzando performance allineate alle aspettative.
GARANTITO. Il comparto è ormai a un passo dalla parità (-0,37%) da inizio anno. Il risultato del mese (+0,04%) è migliore rispetto a quelli del Dinamico e del Prudente, così che il recupero dai ribassi di marzo è pari a +1,46%. Andamento di tutto rispetto se teniamo in considerazione la percentuale esigua di azioni nel portafoglio (circa 2%). I tassi dei titoli obbligazionari governativi sono infatti ai minimi storici per effetto delle azioni delle autorità monetarie: un tema importante, anche in prospettiva. E’ infatti ormai chiaro che l’investimento a breve termine attraverso gli strumenti obbligazionari a rischio contenuto non è in grado di offrire performance simili a quelle del passato. L’attenzione nella scelta del Comparto diventa quindi ancor più importante per gli aderenti, per i quali, soprattutto se di giovane età, si rende necessario valutare con estrema attenzione e consapevolezza le opzioni diverse dal “Garantito”.